Torino, Tirrenia Stampatori, 2005, ISBN 88-7763-583-5, pp. 118 – € 15,00

Marina Lazzari insegna Storia e Filosofia nei Licei. Ha conseguito la specializzazione in Filosofia con Italo Bertoni, collaborando poi, in qualità di docente, con il Centro Internazionale di Studi Italiani dell’Università di Genova e ha tenuto seminari di Filosofia dell’Educazione nell’Università di Torino. È membro dell’Associazione di cultura educativa “Paideutika”. Tra le sue pubblicazioni: Alle origini del criticismo. Il problema della ragione in alcuni scritti precritici di Kant (1991); Lo sguardo del corpo. Da una rilettura del “Tonio Kröger” di Thomas Mann (2001); Le scene del tragico. Fedor Dostoevskij e “Il sogno di un uomo ridicolo” (2004).

 

Marina Lazzari
Il dovere di essere uomini. Trascendentalismo e antinomia. Note per una antropologia kantiana

Che cosa posso sapere? Che cosa devo fare? Che cosa posso sperare? Questi gli enigmi più tormentosi, ma anche più semplici e buoni, che appartengono all’esperienza dell’uomo e al senso profondo del filosofare Kantiano. Raccogliere il peso di questo domandare, seminato da Kant, senza indebolire quei punti interrogativi, ma calandoli in profondità tanto da consentire al lettore di imbattersi nella loro vicinanza, è la via che cerca di seguire questa indagine. Una indagine che nell’ulteriore quesito che agli altri soggiace – che cos’è l’uomo? –, incontra la voce di Kant come voce di un pensare antropologico che, pur riconducendo sempre il discorso filosofico al piano sistematico della legalità razionale, non smette mai di confrontarsi con quello, ancora più imperscrutabile, cui la stessa razionalità allude. Di qui il tentativo di individuare, dietro il rigore del trascendentalismo, il suo versante antinomico, per cogliere nella sua problematicità ultimativa l’unico luogo in grado di custodire, sia sul piano del pensiero che su quello dell’esistenza, l’insondabilità dell’origine.